mercoledì 21 dicembre 2011

Ricomincio da FLI*

* ndr. Articolo del 29 maggio 2011 apparso sul sito web "il ribelle". Anche se di qualche mese pensiamo che l'articolo, partendo dall’analisi dell’ultimo voto a Benevento, esprima bene sentimenti comuni a molti militanti del FLI, i quali oggi più che appartenenti a un partito si sentono forse appartenenti a un movimento. Un movimento che partendo da valori che "dovrebbero" essere condivisi da tutti dopo quasi settanta anni di repubblica, "guarda al futuro superando la vecchia concezione di destra e sinistra".

di Ettore Martini

Mentre siamo tutti in attesa dei risultati dei ballottaggi di Milano e Napoli, dai quali, secondo alcuni, dipenderà il destino del PDL, a Benevento, dove siamo sempre avanti agli altri, abbiamo risolto il problema già al primo turno: il PDL è praticamente azzerato.
La”intelligenza” e la “lungimiranza” della classe dirigente hanno prodotto un risultato straordinario. La vittoria di Pepe e del centrosinistra in realtà era nell’aria e quindi non ci ha sorpresi più di tanto. Ciò che desta preoccupazione invece, almeno per chi ha a cuore le sorti del centrodestra, è il risultato ottenuto dalle liste riconducibili in qualche modo all’area di Forza Italia e Alleanza Nazionale .
Il Pdl e TéL complessivamente hanno ottenuto circa il 16% dei consensi contro il 24% del 2006. ( 8% FI 16% area AN) .
L’esperimento di ingegneria elettorale costituito dal PIT probabilmente era l’unico modo per tentare di costringere al ballottaggio un centrosinistra compatto e ed agguerrito. Il risultato è sfuggito per poco. Non tutte le numerose variabili su cui si basava l’esperimento si sono avverate. In realtà pur costituendo una trovata per certi verso geniale, il PIT si presentava estremamente fragile. Una coalizione assemblata con troppi pezzi eterogenei è apparsa agli elettori come una specie di mostro approntato frettolosamente in laboratorio. Esponenti di levatura nazionale, da sempre antagonisti, si sono trovati sulla stessa sponda creando disorientamento nell’elettorato più radicale e consentendo alla controparte facili speculazioni sulla coerenza politica .
Non c’è stato il tempo ( e la capacità ) di far digerire le ragioni dell’inedito raggruppamento, di spiegarne il senso e la motivazione legate alla necessità di ridare un futuro alla città riportandola al suo naturale ruolo di riferimento per l’intera provincia. Alla fine ai voti strutturali e per certi versi fisiologici delle varie liste approntate è mancato il voto di opinione il voto dell’onda lunga Nel PIT gli elettori non hanno visto il cambiamento, la svolta, l’innovazione, la speranza di futuro; anche perché francamente ci sarebbe voluta un po’ troppo fantasia e tanta buona volontà. Sul progetto politico è prevalsa la eterogeneità degli attori in campo. Anche le buone idee a volte si scontrano con i pregiudizi ed i luoghi comuni.
Che fare adesso ?
Difficile sperare in autocritiche e ripensamenti. Nel PDL il merito è un accessorio. I vertici del partito si raggiungono con l’ascensore e non con la fatica delle scale. L’altezza inebria ma non è un vantaggio quando il palazzo comincia a crollare.
Il panorama politico, anche quello nazionale, è estremamente confuso ed appiattito nell’ eterna lotta fra berlusconiani ed il resto del mondo. Non circola uno straccio di idea, manca il progetto, l’invenzione. Mentre il PDL assiste inerme al declino del proprio leader, la sinistra è smarrita, stenta a ritrovare se stessa ed a riconoscersi in un leader carismatico condiviso dalle varie anime. L’unica novità degna di rilievo ci sembra Futuro e Libertà. Anche prescindendo dai protagonisti, l’idea futurista rappresenta l’unico tentativo di andare oltre la stucchevole ed insopportabile contesa pro e contro Silvio Berlusconi.
E’ giunto il momento di superare questo antagonismo che costringe tutti all’immobilismo, così come bisogna superare le vecchia concezione di sinistra e destra. Per certi versi si tratta di intraprendere il cammino interrotto guardando avanti ma percorrendo le strade sicure della tradizione. Non a caso tutto ebbe origine da un Movimento. Sarebbe da stolti tornare indietro, sarebbe come tradire la propria storia, ma altrettanto grave è restare fermi. Bisogna avere il coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo. “ Io amo coloro che cadono perché sono coloro che attraversano”, ammoniva il filosofo. Il ponte evocato da Nietzsche, in questo caso, rappresenta l’anello di congiunzione fra la tradizione e futuro.
Si tratta di interpretare la politica in modo nuovo, ( forse antico ?) superando ideologie e populismo di stile sud americano Non c’è futuro senza libertà. Per conquistare la libertà bisogna liberarsi dal…. bisogno ; quel bisogno che alimenta la politica senza scrupoli delle clientele e della corruzione che purtroppo è ancora determinante nelle competizioni elettorali . Per questo accettiamo la sfida di FLI e ricominciamo da capo. Ricominciamo dai problemi, cercando di trovare le soluzioni; lo facciamo rimettendoci in gioco, fuori dai palazzi in mezzo alla gente. Ricominciamo per tentare di costruire insieme ad altri un Futuro di Libertà .

fonte: il ribelle
http://www.ilribelle.blogspot.com

Nessun commento:

Posta un commento